lunedì 28 luglio 2014

SCHRAMM-NELLA MENTE DI UN SERIAL KILLER - J.Buttgereit, 1993

Lothar Schramm è riverso sul pavimento, ai piedi di una scala, in una pozza di sangue. I giornali titolano “Morto l'assassino del rossetto”. Solo e inerme l'uomo ripercorre alcuni episodi della sua vita, pochi istanti prima di morire, in un vortice di delirio e alienazione.

Quarta opera del  tedesco Jorg Buttgereit, che ha esordito con una delle pellicole più controverse e malsane della storia del cinema di nicchia: “Nekromantik”, storia d'amore e necrofilia a cui il regista ha anche dato un seguito (meno riuscito), non prima di essersi cimentato in un film a episodi che ha come unico e centrale tema la morte, “Der Todesking”, che si distingue nella sua produzione soprattutto per certi manierismi di stile. “Schramm” racconta la vita di un serial killer, e lo fa attraverso continui flashback, mettendo in mostra non tanto le gesta dell'omicida, bensì la sua esistenza malata, trasformando i suoi pensieri e stati d'animo in una serie di immagini oniriche e folli. L'attenzione è rivolta infatti quasi unicamente al lato più “umano” del protagonista, al suo disagio esistenziale, alla vita miserabile che conduce in totale solitudine. L'unica persona con cui si relaziona è una prostituta frustrata (interpretata da Monika M. già protagonista di “Nekromantik 2”), che vive nell'appartamento accanto al suo e verso la quale sembra nutrire ambigui sentimenti.
Dietro alla gentilezza e alla disponibilità che l'uomo riserva all'amica, si cela la freddezza e la crudeltà di un assassino, dalla sessualità deviata e dalla mente contorta. La pellicola è un crescendo di visioni deliranti, ripetute più e più volte, che si mescolano e si intrecciano con la realtà, dando vita ad uno scenario caotico e surreale che disorienta e spiazza lo spettatore. Le location, scarne e squallide, non fanno che accentuare la desolazione in cui affogano Schramm e la donna, con una rassegnazione che
 
suscita quasi compassione e comprensione. Non mancano le scene di violenza puramente fisica, supportate da buoni effetti speciali, seppur realizzati con un budget piuttosto limitato. Ovviamente non ci vengono risparmiate le perversioni sessuali del nostro uomo, attanagliato da allucinazioni dal sapore cronenberghiano, la cui follia lo porta a compiere atti di autolesionismo perfino alle proprie parti intime, facendo rabbrividire anche lo spettatore meno sensibile. Un alone di drammaticità avvolge la pellicola: alle riprovevoli gesta del protagonista si alternano momenti in cui si vede lo stesso felice e spensierato: che sia frutto dell'immaginazione o della memoria non è dato sapere ma in ogni caso questa dualità quasi schizofrenica ci regala attimi di angoscia e tristezza difficili da dimenticare. Dal punto di vista tecnico troviamo una regia più curata e lucida rispetto a “Nekromantik” ma certamente meno pretenziosa che in “Der Todesking”, caratterizzata dalle consuete riprese circolari a cui il regista ci ha abituati, e da un gioco di colori ad accentuare la non-linearità del film. Da menzionare anche la colonna sonora da pelle d'oca (così come negli altri film), composta tra l'altro da alcuni membri della band in cui suona Florian Koerner Von Gustorf, l'attore che interpreta Schramm. Un capolavoro del weird, sporco, intenso ma anche pregno di significati e unico nel suo genere, partorito dalla mente geniale di un regista che non ha (quasi) mai sbagliato un colpo. In conclusione vi segnalo la Special European Edition del dvd, contenente due dischi, di cui uno ricco di contenuti speciali molto interessanti; unica pecca sono i sottotitoli ma fortunatamente i dialoghi sono ridotti all'osso. Se avete voglia di compiere un viaggio scioccante e suggestivo questo è il film giusto.


Pubblicato su HorrorMovie