giovedì 28 agosto 2014

GUMMO - H.Korine, 1997

Tummler e Solomon sono due ragazzini disadattati che vivono a Xenia, cittadina distrutta da un tornado che ha causato un elevato numero di vittime, lasciando il paese in un forte stato di degrado e abbandono. I nostri trascorrono le giornate ammazzando  gatti che rivendono poi ad un macellaio; usano i soldi per comprare la droga e pagare una prostituta mentalmente ritardata. I due interagiscono con il resto della comunità dando vita a situazioni grottesche e surreali.

Gummo” rappresenta l’esordio cinematografico del regista statunitense Harmony Korine, appena ventitreenne all’epoca della realizzazione del film. La pellicola è interamente costruita attraverso meccanismi che attingono a piene mani dal weird più puro e classico: non esiste una vera e propria trama né tanto meno una costruzione narrativa, ma solo una serie di siparietti che si alternano ciclicamente, in modo non consequenziale e rigorosamente illogico. Ciò che ci viene mostrato sono le vicissidudini di alcuni abitanti di Xenia, piccola città disagiata popolata perlopiù da personaggi bizzarri e sociopatici che
sguazzano nella decadenza più assoluta. In buona parte improvvisato, “Gummo” vede la partecipazione di molti attori non professionisti, raccattati per strada: una scelta evidentemente dettata dalle intenzioni del regista di realizzare una sorta di (finto) documentario, apportando così quell’indispensabile tocco di realismo che rende l’opera ancora più scioccante. Le lunghe e statiche inquadrature rafforzano l’idea di base, esasperando volutamente le squallide scene di vita quotidiana vissute dai protagonisti,  soffermandosi su dettagli apparentemente insignificanti e non funzionali allo sviluppo della “trama” ma molto evocativi.  La pesantezza formale, che prevede la messa in scena di  tutta una serie di situazioni frammentarie e spesso lasciate al caso, fornisce  in realtà un cinico e puntuale ritratto della tragica e volgare condizione sociale in cui versano i personaggi. Questi ultimi, avvolti da una realtà totalmente distorta e lontani da ogni forma di civiltà, sono in balìa dei più bassi istinti primordiali, dove l’amoralità e l’assenza di valori umani la fanno da padroni. La crudezza e la brutalità visiva, di concerto con il violento impatto psicologico, disorientano  e confondono lo spettatore, il quale, ad un certo punto, spinto da un’inevitabile brama voyeuristica, rinuncerà al tentativo di comprendere ciò che sta succedendo, e si farà passivamente risucchiare nel vortice di follia e stranezza. L'approccio 
migliore è proprio quello di farsi trasportare dalle immagini e dalle emozioni, senza voler a tutti i costi cercare nei simbolismi che si susseguono una spiegazione che semplicemente non esiste. Tutta questa carne al fuoco nonché la ripetitività circolare e quasi ipnotica dei meccanismi espressivi, sempre molto dilatati, nel momento in cui viene superata l’iniziale sensazione di stupore e sorpresa, rischiano di tradire la volontà del regista, intaccando proprio l’aspetto realistico del film che, a lungo andare, si affievolisce aprendo la strada ad una velata noia: una pecca tutto sommato accettabile che non inficia il risultato finale. L’atmosfera alienante e trasandata è ottimamente supportata da una colonna sonora che pesca nella scena metal estrema: da Burzum ai Brighter Death Now agli Elecrtic Hellfire Club ecc. Tra le varie tracce spiccano anche “Like a Prayer” di Madonna e “Crying” di Roy Orbison, che incorniciano due sequenze assolutamente geniali ed indimenticabili. “
Gummo” è un viaggio allucinante negli eccessi, un trionfo di nonsense, lerciume e dramma;  una feroce e quasi tangibile manifestazione del nichilismo più becero e abietto imposto dallo spirito di sopravvivenza e rassegnazione insito nella natura umana. Un’esperienza immaginifica forte, spiazzante e disturbante che prescinde da ogni sentimento di compassione ed empatia.  Impossibile rimanere indifferenti difronte ad un’opera del genere, certamente di difficile assimilazione ma capace di imprimersi nella mente e nel cuore come poche altre. Assolutamente sconsigliata la visione ai più tradizionalisti e non avvezzi al genere in su questione.

Pubblicato su HorrorMovie