martedì 21 aprile 2015

LIFE.LOVE.REGRET. - F.Scargiali, 2013

Giocare a fare i registi pare sia l’hobby che più va di moda negli ultimi anni, complice la moderna tecnologia che consente la rapida diffusione di una quantità assurda di cortometraggi, spesso di infima qualità, girati da personaggi imbarazzanti convinti che basti avere una videocamera per cimentarsi nell’arte filmica.  Nel marasma degli indie italiani di tanto in tanto capita di imbattersi in qualche perla di rara bellezza: è il caso di “Life.Love.Regret.” prodotto da Visceravisions, casa di produzione indipendente fondata dal regista dell’opera in questione, Federico Scargiali.  Il giovane filmaker, autore di numerosi shorts – tra cui il recente “Through Your Lips” inserito nell’antologia “17 A Mezzanotte” – sforna un prodotto professionale e ben realizzato, presentato in numerosi festival nazionali e stranieri e da poco reso disponibile per la visione gratuita sul web.
Oltre alla passione viscerale per il mondo dell’horror, Scargiali dimostra di possedere ottime abilità tecniche e compositive, mettendo magistralmente in scena una storia di forte impatto visivo e psicologico. Le tre parole che compongono il titolo racchiudono perfettamente il senso di  un’opera dove la vita incontra la morte per mano (letteralmente) di una glaciale figura femminile, interpretata dall’affascinante Eileen Daly, il cui compito è quello di aiutare una serie di individui afflitti da disgrazie di varia natura a porre fine alla propria esistenza, secondo modalità più o meno cruente. Un’idea, quella del suicidio assistito, sfruttata al massimo delle potenzialità, che gode non solo di uno sviluppo narrativo scorrevole e convincente ma anche, e soprattutto, di una resa estetica raffinata ed accattivante, frutto delle competenze artistiche del team  che
affianca  Scargiali. Difficile, oltre che limitativo, collocare in un sottogenere ben preciso la pellicola. Di certo non manca una buona dose di gore e vi sono diverse scene splatterose di ottima fattura, con cervelli che schizzano, gole sgozzate e mutilazioni. Vi è spazio anche per un inserto/omaggio “nekromantico”, che i fan di Buttgereit non potranno fare a meno di notare. I rimandi al regista tedesco sono riscontrabili nel tema stesso del film, affrontato – sebbene  sotto una prospettiva diversa – anche in “Der Todesking”.  Altro elemento di spicco è la fotografia, elegante e pulita, curata da Daniele Trani (un nome, una garanzia), la quale incornicia perfettamente la vicenda in uno scenario cromatico purpureo e caldo, apportando un contributo non indifferente alla buona riuscita del film. “Life.Love.Regret.” nei suoi appena dieci minuti di durata riesce a colpire nel segno grazie all’ottima padronanza dei mezzi ed al perfetto assemblaggio dei vari tasselli tecnici che, agendo di concerto, danno vita ad una danza macabra dove il dramma abbraccia l’amore, la speranza si tinge di rosso e il lieto fine si identifica con la tragedia.  Un raro esempio di orrore filmico che tocca le corde più intime dell’animo umano e trova  il suo punto di forza in un linguaggio cinematografico diretto e scevro di quell’artificiosità filosofica e concettuale che di frequente ci viene propinata con risultati disastrosi. Non mi resta quindi che consigliarvi la visione di questo piccolo capolavoro al seguente indirizzo: https://vimeo.com/122694846