sabato 30 gennaio 2016

FOUND - S.Schirmer, 2012

Il giovane Marty è costretto a subire continue umiliazioni da parte dei bulli della scuola. Spaventato dalle conseguenze di una sua possibile reazione violenta alle vessazioni dei compagni, e per di più ignorato dai genitori, Marty vede nel fratello maggiore Steve l’unico alleato. Quest’ultimo è però un feroce serial killer che taglia la testa alle sue vittime e le nasconde in una sacca da bowling. Quando il ragazzino farà la spaventosa scoperta la sua vita cambierà per sempre.

Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti internazionali, “Found” è uno di quei film che (non si comprende in base a quale logica) non verrà mai distribuito nel nostro Paese. Solo nel 2015, a distanza di tre anni dalla data di produzione, sono state rilasciate due versioni DVD, una tedesca (censurata di una manciata di minuti) e una austriaca (unrated), molto curata e ricca di contenuti speciali. Prima della realizzazione del DVD, la visione di questo piccolo e brutale gioiello è stata resa possibile soltanto grazie allo streaming gratuito ed autorizzato da Scott Schirmer (evidentemente più furbo ed intelligente di certi registucoli italiani). Il film è direttamente ispirato all’omonimo racconto scritto da Todd Rigney, che ritroviamo qui in veste di sceneggiatore, ed è stato fortemente voluto dal regista americano, che rimase estremamente colpito dalla lettura del libro. Con un budget di appena ottomila dollari, Schirmer partorisce un’opera molto al di sopra rispetto ad altre produzioni più costose e pubblicizzate ma destinata purtroppo (o per fortuna) a rimanere intrappolata nei circuiti dell’underground. “Found” è caratterizzato da una dualità di fondo e dalla capacità di passare attraverso stili e toni diversi (dalla commedia al thriller, dal dramma al gore) in grado di disorientare positivamente lo spettatore. A cominciare dalla rappresentazione dell’orrore, che non è solo visiva ma anche, e soprattutto, legata ad un contesto sociale e domestico opprimente, dominato da ignoranza e menefreghismo. Le dinamiche familiari vengono rappresentate con estrema naturalezza e tangibile realismo: quella di Marty è la classica famiglia appartenente alla middle class statunitense nella quale il sentimento più vero sembra essere l’indifferenza. Il protagonista ci viene descritto come un ragazzo sensibile, fondamentalmente buono ed introverso, con una smisurata passione per fumetti e film horror. Al contrario, Steve (la cui camera tappezzata di poster e colma di VHS provoca una certa nostalgia agli spettatori più attempati), è un sadico serial killer apparentemente animato da motivazioni razziste, il quale mostra però nei confronti di Marty un sincero (ma malato) 
amore fraterno. I genitori sono le tipiche persone “perbene” che inculcano ai figli un’educazione rigida di stampo religioso, salvo poi rivelare la loro autentica natura ipocrita e conformista. Il bene e il male così si fondono e si confondono tra loro, assumendo un significato distorto e cangiante e questo sembra essere in fin dei conti il messaggio del film. Che si svolge anche come un percorso di formazione: in continua lotta con sé stesso ed il mondo intero, Marty vede in Steve l’unica persona capace di proteggerlo e nonostante abbia scoperto il suo terribile segreto, non riesce a considerarlo un mostro ed anzi instaura con lui un rapporto di insana complicità e ammirazione. La visione di “Headless” , uno slasher violento e sanguinario da cui Steve ha tratto ispirazione, riporterà il ragazzino alla cruda realtà, sottraendogli l’ultimo appiglio verso quel mondo fatto di finzione e spensieratezza che fino a quel momento era stato la sua vita. Ma qual è il vero orrore? Le immagini cruente di un film o l’imposizione di una moralità socialmente accettabile ma falsa? Chi è il carnefice e chi la vittima? Man mano che passano i minuti assistiamo al declino emotivo di Marty, sempre più consapevole e meno bambino. Uno dei punti di forza di “Found” è proprio l’interpretazione del giovane esordiente Gavin Brown il quale offre una prova attoriale più che convincente, sostenendo egregiamente il peso della pellicola. Nonostante qualche passaggio risulti abbastanza prevedibile, il film mantiene una buona dose di suspance e, ad una prima parte più dilatata e riflessiva, ne segue una seconda decisamente più violenta. Schirmer mescola sapientemente l’orrore psicologico e quello viscerale, creando un equilibrio visivo ed emotivo profondo e indissolubile: il malessere crescente di Marty e il deviato senso di protezione di Steve nei suoi confronti sfoceranno in una barbarie atroce e disumana, fino al sanguinario epilogo. Nonostante i pochi mezzi a disposizione la pellicola è qualitativamente buona; nessun manierismo tecnico ma una regia sempre attenta ed incisiva, così come la fotografia e l’ottimo score musicale. Visione caldamente consigliata!