La Germania, si sa, è terra
fertile per il cinema gore. Ed è proprio
dal suolo teutonico che arriva questa antologia firmata El Gore e distribuita
dalla Black Lava Enterteinment. L’edizione, esteticamente molto curata e dal
sapore ottantiano, contiene un doppio disco: il dvd, ricco di extra (tra cui
video musicali) e il cd con la soundtrack delle bands brutal-grind Anal Fistfuckers
(che definiscono la loro proposta “low-budget scat grind”), Kadaverfiker, Deathtopia
e Whisky Suicide. I titoli dei sette episodi, realizzati tra il 2011 e il 2015,
rendono perfettamente l’idea del genere di visione con cui abbiamo a che fare: “Dead Baby Fast Food”, “Final Orgasm Suicide”, “Organ Trade
Autopsy”, “Gore Abortion”, per citarne alcuni. Il (finto) realismo che lecitamente
ci si potrebbe aspettare dal film viene immediatamente tradito da alcune scelte
estetiche
e realizzative: infatti, se da una parte la tecnica di ripresa è
quella tipica dello snuff movie, con tanto di resa in stile Super 8, dall’altra
viene meno la presunzione di verosimiglianza. Ad eclissare qualunque intento di
credibilità è innanzitutto la presenza costante della colonna sonora, la quale
dà vita ad un’accoppiata grind+gore ben nota ai gorehound più intransigenti: la
sensazione è quella di assistere ad un videoclip lungo ben 96 minuti
caratterizzato da situazioni sempre identiche. “Snuff Tape Anthology” è una
pellicola che, contrariamente alle intenzioni del regista (o forse no), non
sciocca ma diverte, e anche tanto. Da questo punto di vista, lo spirito del
film potrebbe essere accostato ad opere ignoranti e spassose come “Das
Komabrutale Duell” o “Violent Shit”, ma con una maggiore attenzione al comparto
effettistico. Gli SFX, nel complesso
ben realizzati, risultano in
alcuni frangenti poco realistici ed esagerati (ad esempio un membro di gomma di
almeno 40 centimetri o il sangue che fa la schiuma come vino…!), ma fanno comunque
il loro sporco lavoro. Neanche a dirlo, la pellicola è costellata da nefandezze
di ogni tipo: necrofilia, squartamenti, autolesionismo (con una scena che
omaggia “Schramm”) e chi più ne ha più ne metta. Il bagno (sempre lo stesso) è
la location prediletta e lì è ambientato anche l’episodio migliore del lotto
“Gore Abortion”, l’unico privo dell’accompagnamento musicale e di cui è
disponibile anche il making of negli extra. Tra frattaglie (di dubbia
provenienza), litri di sangue, vomito e fluidi corporei vari (anche questi di
dubbia provenienza) si arriva lentamente alla fine, non senza una certa
sensazione di noia che sopraggiunge circa a metà dell’opera, dovuta
all’eccessivo minutaggio e alla prevedibilità delle situazioni. Una pellicola che si gusta maggiormente
mettendo da parte l’aspetto serioso (ammesso che ce ne sia uno) a favore di uno
spirito goliardico e di puro intrattenimento. Un gorefest consigliato
esclusivamente agli amanti del genere.