cornice a tutti gli altri, girato dall’ideatore del progetto Davide Pesca, nel quale un uomo fissa una pendola attendendo terrorizzato la mezzanotte. Premessa l’evidente difficoltà di gestire in maniera ottimale un lasso di tempo così breve, gli episodi di maggior rilievo sono quelli incentrati sull’elaborazione di un’idea anziché sullo sviluppo vero e propria di una vicenda, che per godere di completezza ed efficacia narrativa necessita certamente di una durata più corposa. L’esempio più calzante a tal proposito è “Assuefazione” di Edo Tagliavini (“Bloodline”), dove un paziente costretto a letto in una camera d’ospedale è assillato dal pianto ininterrotto di un bambino; la situazione causerà all’uomo infauste conseguenze. La rappresentazione della scena è impeccabile sotto tutti gli aspetti e di grande impatto, non solo visivo ma anche psicologico: sei minuti di angoscia allo stato puro generata da un’ossessione incessante. Altro episodio degno di nota è “Peep Show” di Davide Pesca, ambientato in un night club e con protagonisti una spogliarellista ed un cliente che non si accontenta di un semplice streep tees: vuole vedere sempre di più e non sarà soddisfatto finchè la ragazza non si strapperà di dosso ben altro che i vestiti. Elegante nella forma, con una fotografia patinata in netto contrasto con i brutali contenuti, la storia esalta un vouyerismo estremo, perverso e morboso che lascia poco spazio all’immaginazione. A smorzare i toni della pellicola ci pensano Roberto Albanesi e Simone Chiesa (tra i fondatori della New Old Story Film Casalpusterlengo) con Signori, Buonanotte!”, un corto di stampo umoristico interpretato da Albanesi nei panni di sé stesso, che dà modo ai due registi di manipolare il tema del suicidio trasformandolo in un siparietto divertente e brillante. Ben strutturato anche “Finchè Morte Non Ci Separi” girato da Stefano Rossi e sceneggiato da Lorenzo Paviano (l’accoppiata vincente di “Recording”) ed Alessandro Tentati. Ciò che immediatamente salta all’occhio è la diversa–seppur inflazionata – soluzione visiva utilizzata che lo differenzia da tutti gli altri segmenti: l’aspetto retrò, con i classici effetti da pellicola rovinata (alla “Planet Terror” per intenderci), rendono infatti più gradevole la visione dell’episodio, che si avvale anche della partecipazione del fondatore della rivista “Splatter” Paolo Di Orazio, qui in veste di attore. Com’è normale che sia in una raccolta che comprende così tanto materiale, l’andamento generale è altalenante: ad episodi ben congeniati si alternano lavori meno riusciti e convincenti ma sempre ben curati sotto l’aspetto tecnico, e con effetti speciali ottimamente realizzati. Difficile dare un giudizio approfondito ed esaustivo, gli spunti interessanti sono molti ma non sempre il tempo a disposizione rende giustizia alle capacità artistiche degli addetti ai lavori. Va riconosciuto il merito a tutti i registi coinvolti di aver accettato una sfida così ardua, dimostrando coraggio e grande spirito di adattamento. A seguire una breve sinossi di ogni cortometraggio con una sommaria valutazione.
“Il Ritorno di Elena” di Daniele Misischia
Una donna si prepara per una cenetta intima con il fidanzato. Le cose però
prenderanno una piega sinistra e l’uomo, dopo aver stuprato la giovane, la
massacrerà. Elena tornerà per compiere la sua atroce vendetta. Sanguinoso e
violento, a metà strada tra Rape&Revenge e ghost story.
“Peep Show” di Davide Pesca
Un uomo assiste allo spettacolo di una spogliarellista, ma anche quando la
ragazza si denuda completamente non sarà soddisfatto: vuole vedere di più.
Raffinato e ricercato nello stile, un breve frammento di video arte estrema.
“Venia Mortis” di Francesco Longo
Un ragazzo è in preda alle allucinazioni ed assume dei farmaci per tenerle a
bada. Ma al suo risveglio avrà una sgradita sorpresa. Atmosferico e a tratti
inquietante.
“Signori, Buonanotte!” di Roberto Albanesi e Simone ChiesaUn uomo si fa riprendere (scegliendo come location il bagno di casa propria) narrando alcuni avvenimenti drammatici della propria vita, con l’intenzione di suicidarsi. Grottesco, divertente ed assolutamente geniale.
“West’n’ Zombie” di Giorgio Crodaro
Nell’antico west un guerriero indiano ritorna tra i vivi sotto forma di zombi,
pronto a mietere vittime. L’unico che
può fermarlo è il cacciatore di taglie Johnny Bullet. Una storia non troppo
convincente ma con trovate pulp fumettistiche niente male.
“La Mano di Dio” di Vincenzo Bellini
“La Mano di Dio” di Vincenzo Bellini
La fuga di una ragazza inseguita da un losco individuo ha termine in un
monastero sperduto tra i boschi. Il monaco che la salva, convinto che la donna
sia il male del mondo, le riserverà un’accoglienza tutt’altro che piacevole.
Suggestivo in alcuni frangenti seppur nell’estrema semplicità del plot.
“Holdouts” di Paolo Del Fiol
Durante la Seconda Guerra Mondiale un campo base americano riceve la visita di
un carroarmato che sembra essere deserto. Ma una misteriosa ragazza giapponese
irrompe tra i soldati con tanto di spada sguainata. Un connubio di generi
diversi con una buona dose di gore.
“La Malaradis” di Chiara Moser
Durante una gita in un bosco una coppia di fidanzati s’imbatte nel luogo dove,
secondo una leggenda, si aggira lo spirito maledetto di un contadino assetato
di sangue. L’incontro con la temuta presenza non tarderà ad arrivare. Girato
con la tecnica del found footage rispetta tutti i luoghi comuni imposti dallo
stile.
“Assuefazione” di Edo Tagliavini
Costretto in un letto d’ospedale, un paziente è tormentato dal pianto
incessante di un bambino. Sull’orlo della follia compirà un gesto atroce per
liberarsi dall’ossessione. Angosciante, essenziale ed ottimamente realizzato.
“Corri, puttana!” di Davide Cancila
Un automobilista vede il suo doppio intento ad inseguire una ragazza. Poco dopo offre un passaggio ad una donna e si ritroverà a rivivere la scena appena vista. Straniante e dalla messa in scena senza fronzoli.
Un automobilista vede il suo doppio intento ad inseguire una ragazza. Poco dopo offre un passaggio ad una donna e si ritroverà a rivivere la scena appena vista. Straniante e dalla messa in scena senza fronzoli.
“Tunnel” di Alex Visani
La squallida realtà quotidiana di un uomo lo porta a vagare per le strade della città. Un tunnel carpisce la sua attenzione: è possibile percorrerlo? Metaforico ed enigmatico con una cupa ambientazione metropolitana.
“Il Fiore” di Giacomo Gabrielli
Una vagabonda regala un fiore ad un ragazzo. Una volta arrivato a casa l’uomo inizierà a vivere in simbiosi con il dono ricevuto, subendo un’assurda trasformazione. Piuttosto originale ed alienante.
Una vagabonda regala un fiore ad un ragazzo. Una volta arrivato a casa l’uomo inizierà a vivere in simbiosi con il dono ricevuto, subendo un’assurda trasformazione. Piuttosto originale ed alienante.
“Tutto il Male del Mondo” di Davide Scovazzo
Durante la vigilia di Natale una bellissima donna compie efferati omicidi in giro per la città. Criptico e tecnicamente impeccabile.
Durante la vigilia di Natale una bellissima donna compie efferati omicidi in giro per la città. Criptico e tecnicamente impeccabile.
“Finchè Morte Non Ci Separi” di Stefano Rossi
Una ragazza tradisce il suo findanzato con il fratello di quest’ultimo. Al suo rientro a casa verrà accolta da una terribile sorpresa orchestrata dai due uomini. Storia efficace grazie anche allo stile retrò che lo differenzia dagli altri episodi.
Una ragazza tradisce il suo findanzato con il fratello di quest’ultimo. Al suo rientro a casa verrà accolta da una terribile sorpresa orchestrata dai due uomini. Storia efficace grazie anche allo stile retrò che lo differenzia dagli altri episodi.
“Video Nasty” di Federico Tadolini
Due amici guardano il film maledetto di un regista morto suicida. Nel bel mezzo della visione uno dei due viene assalito da un brutale istinto omicida. Crudo e con un ottimo score musicale.
Due amici guardano il film maledetto di un regista morto suicida. Nel bel mezzo della visione uno dei due viene assalito da un brutale istinto omicida. Crudo e con un ottimo score musicale.
“Through Your Lips” di Federico Scargiali
Un club privato ed esclusivo riserva ai suoi ospiti un’esperienza sessuale fuori dal comune, grazie ad un “frutto” che viene generato da una vagina gigante, al termine di ogni orgasmo. Cronenberghiano e surreale.
Un club privato ed esclusivo riserva ai suoi ospiti un’esperienza sessuale fuori dal comune, grazie ad un “frutto” che viene generato da una vagina gigante, al termine di ogni orgasmo. Cronenberghiano e surreale.
“Il Gioco” di Andrea Malkiavan
Un medico è intento a praticare l’autopsia sul cadavere di una donna. Questa però si riveglierà ed inizierà a dialogare con l’uomo, come se si trovasse in una sorta di limbo. Mefafisico ed estremamente elegante.
Un medico è intento a praticare l’autopsia sul cadavere di una donna. Questa però si riveglierà ed inizierà a dialogare con l’uomo, come se si trovasse in una sorta di limbo. Mefafisico ed estremamente elegante.