Il progetto “Bizzarro Italiano” nasce dall’idea di Paolo
Fazzini di racchiudere in un’antologia (prodotta e distribuita dalla Rave Up
Records) alcuni cortometraggi amatoriali nostrani realizzati tra il 1986 e il
1999 da allora aspiranti filmakers o, più realisticamente, ferventi ammiratori del
cinema horror/trash di quegli anni, cresciuti con il mito di Sam Raimi o Tom
Savini, armati di pochissimi mezzi ma di tanta fantasia. Com’è facilmente
intuibile le tecniche di lavorazione, imposte da rigidi limiti di budget, sono
rigorosamente vintage ed i prodotti finali decisamente “fatti in casa”, ma è
proprio questo il loro fascino. I nostri registi in erba – alcuni dei quali
hanno poi continuato le rispettive esperienze artistiche, anche in altri
settori – si avvalevano di supporti analogici, girando in super 8 o addirittura
direttamente in VHS, con tutti i problemi e le difficoltà che ne conseguivano. Gli otto corti prescelti sono stati riversati
in DVD nel loro formato originale, senza alcuna rimasterizzazione che potesse
in
qualche modo migliorarne la qualità complessiva: una scelta coraggiosa, che ci permette di assaporare ogni episodio in tutto il suo adorabile vecchiume.
qualche modo migliorarne la qualità complessiva: una scelta coraggiosa, che ci permette di assaporare ogni episodio in tutto il suo adorabile vecchiume.
“Drop Out” di Max Della Mora, 1986.
Realizzato come prova
d’esame per la scuola, vede protagonisti due studenti che subiscono gli influssi malevoli di un
misterioso filmato ritrovato nei sotterranei dell’istituto. La raffigurazione
attinge a piene mani dal celeberrimo “Videodrome” di David Cronenberg e mi ha
inoltre riportato alla mente l’albo di Dylan Dog “Canale 666”, sceneggiato da
Sclavi e Ambrosini, pubblicato però un anno dopo. Nonostante l’evidente
ingenuità degli addetti ai lavori, la visione risulta molto gradevole e
simpatica. Il più ruspante.
“Incubi” di Stefano Barbieri, 1987.
Una coppia di fidanzati
sta guardando “Nightmare” e dopo la visione verrà assalita da terribili incubi che si trasformeranno in realtà, anche per opera del buon Freddy Krueger. Meglio
conosciuto come “Zio Tolo”, l’autore di questo corto è più che altro un
appassionato di effetti speciali e si cimenta ingegnosamente nella regia dando
vita ad un episodio alquanto sgangherato, girato praticamente in presa diretta e
che gioca la sua carta vincente con la scena del “cuscino assassino”. Il più
sperimentale.
“Carot’s Taste” di Latino Pellegrini, 1989.
La Salami Film Productions (un nome, un programma), nata come costola del B-Movie Horror Club, la prima
video rivista italiana dedicata all’horror e al fantastico, sforna un autentico
capolavoro di demenzialità. Un ragazzo è ossessionato dal ricordo della madre
defunta la quale, per vincere un concorso, gli propinava una dieta unicamente a
base di carote. Un giorno arriva a casa il premio tanto ambito dalla donna e
per il giovane non ci sarà via d’uscita. Con una recitazione che al confronto
Mariottide impallidisce, il protagonista di questa vicenda vince il premio come
best dramatic actor, grazie ad una performance tragicomica che non ha eguali
nella storia. Il più bizzarro.
“Neve Calda” di Paolo Fazzini, 1990. Due giovani amici con
la passione per la “neve” devono saldare un debito con il pusher locale. Si rivolgono così a Larsen, un
pittore con il vizio di regalare droga ai suoi ospiti. Questo strambo
personaggio però, nonostante le apparenze, si rivelerà estremamente pericoloso.
Una chicca intrisa di trashume allo stato puro, a metà tra la Telenovela
Piemontese di Mai Dire TV ed il filmino delle vacanze, che sfrutta trovate
assurde ed esilaranti. La figura del pittore affetto da zampettamento incontrollabile
e loquacità delirante è impossibile da non amare, grazie anche al suo costume
da margherita. Il più surreale.
“Malefica” di Nicola Lombardi, 1990.
Una misteriosa donna
pratica il classico rito voodoo degli spilloni a danno di un uomo incontrato
pochi giorni prima, con l’intenzione di ricattarlo. L’incontro tra la vittima
ed il carnefice sarà deleterio per entrambi. Sebbene sia stato girato in VHS,
questo corto appare sicuramente meglio strutturato rispetto agli altri, con una
regia più studiata ed una colonna sonora suggestiva ed atmosferica. Uno dei
migliori del lotto, dal punto di vista tecnico. Il più inquietante.
“L’Invasione dei Pornonauti” di Giovanni Polesello, 1993.
La
bella e spietata Lady Domina è al comando di una disorganizzata banda di zombie
e mostri vari, decisa a conquistare il mondo. Ma sulla sua strada incontrerà
Capitan Superpower, a metterle i bastoni tra le ruote. Il regista torinese
(autore del recente “La Loggia”, di tono ben più serioso) dimostra di possedere
una fervente fantasia mista ad una buona dose di ironia, che spesso sconfina
nella demenzialità. Spiazzante e geniale l’improbabile supereroe che combatte i
morti viventi a suon di legnate, vestito da Megaloman ma con la voce di Alvin. Il
più demenziale.
“Reverendo” di Marzano Bros, 1994.
Un sacerdote vive
spiacevoli avventure che lo costringono a fare i conti con criminali di varia
natura, ma grazie alla sua arma segreta riuscirà sempre ad avere la meglio.
Dietro la macchina da presa i fratelli Antonio e Giancarlo Marzano, autori molto
prolifici e tutt’oggi attivi, si lasciano vagamente ispirare dallo spaghetti
western italiano (più spaghetti che western) e non risparmiano i siparietti
comici con tanto di mazzate
onomatopeiche alla Bud Spencer. Il più grottesco.
“Macabre” di Maurizio Quarta, 1999.
Un uomo ha un problema
con la sua auto e bussa alla porta dell’unica casa che si trova nei paraggi.
Entrato nell’abitazione si ritroverà di fronte ad uno spettacolo agghiacciante
e sanguinoso. Grande appassionato e curatore di effettacci gore, Maurizio Quarta
– noto anche per la sua collaborazione con Roger Fratter – mette in scena
l’episodio più brutale ed esplicito ma anche il più professionale e convincente,
sotto tutti gli aspetti. Il più splatter.
“Bizzarro Italiano” è un prodotto genuino che non ha pretese
artistiche “alte”; una chiara provocazione in un’epoca dominata dalla rete, che
ha reso ogni prodotto cinematografico (ma anche musicale) troppo semplicemente
accessibile, sminuendo il valore del supporto fisico e abolendo quel romantico
gusto della ricerca che distingue il vero appassionato dal mero consumatore. Inutile
analizzare i contenuti dal punto di vista tecnico: la qualità audio-video è
naturalmente molto bassa ma non è questo ciò che conta. Ciò che conta è la
passione viscerale per il cinema (horror in particolare) in anni nei quali le
odierne tecnologie digitali erano ancora di là da venire e si lavorava
d’ingegno, come nella bottega di un artigiano. Un’opera anacronistica e gioiosamente
anarchica, che per essere apprezzata va inquadrata nella sua dimensione
temporale, con un’indispensabile predisposizione all’aspetto puramente ludico
della fruizione filmica. Ciò che traspare da questo progetto è un forte senso
di nostalgia, un omaggio a quell’attitudine goliardica ma sincera, fatta di
fatica, curiosità e integrità, caratteristiche oggi sempre più rare. In mezzo a
questo mare di weird spicca anche qualche idea interessante, certo acerba e
malamente messa in scena ma comunque degna di nota.
Il DVD si presenta in una veste grafica molto curata, con un libretto
esplicativo e contenuti extra che includono le interviste ai registi e il divertentissimo
trailer “Lady Trash” di Giovanni Polesello. Un plauso a tutti gli artisti che
hanno preso parte a questa folle operazione di recupero rendendoci partecipi dei loro deliri di
gioventù. Un tuffo nel passato che senza dubbio delizierà gli estimatori della “vecchia
scuola”. Una raccomandazione: astenersi intellettualoidi e persone sane di
mente!