mercoledì 18 febbraio 2015

BIZZARRO ITALIANO VOL. 1 - Registi vari, 2014

Il progetto “Bizzarro Italiano” nasce dall’idea di Paolo Fazzini di racchiudere in un’antologia (prodotta e distribuita dalla Rave Up Records) alcuni cortometraggi amatoriali nostrani realizzati tra il 1986 e il 1999 da allora aspiranti filmakers o, più realisticamente, ferventi ammiratori del cinema horror/trash di quegli anni, cresciuti con il mito di Sam Raimi o Tom Savini, armati di pochissimi mezzi ma di tanta fantasia. Com’è facilmente intuibile le tecniche di lavorazione, imposte da rigidi limiti di budget, sono rigorosamente vintage ed i prodotti finali decisamente “fatti in casa”, ma è proprio questo il loro fascino. I nostri registi in erba – alcuni dei quali hanno poi continuato le rispettive esperienze artistiche, anche in altri settori – si avvalevano di supporti analogici, girando in super 8 o addirittura direttamente in VHS, con tutti i problemi e le difficoltà che ne conseguivano.  Gli otto corti prescelti sono stati riversati in DVD nel loro formato originale, senza alcuna rimasterizzazione che potesse in
qualche modo migliorarne la qualità complessiva: una scelta coraggiosa, che ci permette di assaporare ogni episodio in tutto il suo adorabile vecchiume. 

Drop Out” di Max Della Mora, 1986. 
Realizzato come prova d’esame per la scuola, vede protagonisti due studenti  che subiscono gli influssi malevoli di un misterioso filmato ritrovato nei sotterranei dell’istituto. La raffigurazione attinge a piene mani dal celeberrimo “Videodrome” di David Cronenberg e mi ha inoltre riportato alla mente l’albo di Dylan Dog “Canale 666”, sceneggiato da Sclavi e Ambrosini, pubblicato però un anno dopo. Nonostante l’evidente ingenuità degli addetti ai lavori, la visione risulta molto gradevole e simpatica. Il più ruspante.

Incubi” di Stefano Barbieri, 1987. 
Una coppia di fidanzati sta guardando “Nightmare” e dopo la visione verrà assalita da terribili incubi che si trasformeranno in realtà, anche per opera del buon Freddy Krueger. Meglio conosciuto come “Zio Tolo”, l’autore di questo corto è più che altro un appassionato di effetti speciali e si cimenta ingegnosamente nella regia dando vita ad un episodio alquanto sgangherato, girato praticamente in presa diretta e che gioca la sua carta vincente con la scena del “cuscino assassino”. Il più sperimentale.

Carot’s Taste” di Latino Pellegrini, 1989.
La Salami Film Productions (un nome, un programma), nata come costola del B-Movie Horror Club, la prima video rivista italiana dedicata all’horror e al fantastico, sforna un autentico capolavoro di demenzialità. Un ragazzo è ossessionato dal ricordo della madre defunta la quale, per vincere un concorso, gli propinava una dieta unicamente a base di carote. Un giorno arriva a casa il premio tanto ambito dalla donna e per il giovane non ci sarà via d’uscita. Con una recitazione che al confronto Mariottide impallidisce, il protagonista di questa vicenda vince il premio come best dramatic actor, grazie ad una performance tragicomica che non ha eguali nella storia. Il più bizzarro.

Neve Calda” di Paolo Fazzini, 1990. Due giovani amici con la passione per la “neve” devono saldare un debito con il pusher  locale. Si rivolgono così a Larsen, un pittore con il vizio di regalare droga ai suoi ospiti. Questo strambo personaggio però, nonostante le apparenze, si rivelerà estremamente pericoloso. Una chicca intrisa di trashume allo stato puro, a metà tra la Telenovela Piemontese di Mai Dire TV ed il filmino delle vacanze, che sfrutta trovate assurde ed esilaranti. La figura del pittore affetto da zampettamento incontrollabile e loquacità delirante è impossibile da non amare, grazie anche al suo costume da margherita. Il più surreale.

Malefica” di Nicola Lombardi, 1990. 
Una misteriosa donna pratica il classico rito voodoo degli spilloni a danno di un uomo incontrato pochi giorni prima, con l’intenzione di ricattarlo. L’incontro tra la vittima ed il carnefice sarà deleterio per entrambi. Sebbene sia stato girato in VHS, questo corto appare sicuramente meglio strutturato rispetto agli altri, con una regia più studiata ed una colonna sonora suggestiva ed atmosferica. Uno dei migliori del lotto, dal punto di vista tecnico. Il più inquietante.

L’Invasione dei Pornonauti” di Giovanni Polesello, 1993. 
La bella e spietata Lady Domina è al comando di una disorganizzata banda di zombie e mostri vari, decisa a conquistare il mondo. Ma sulla sua strada incontrerà Capitan Superpower, a metterle i bastoni tra le ruote. Il regista torinese (autore del recente “La Loggia”, di tono ben più serioso) dimostra di possedere una fervente fantasia mista ad una buona dose di ironia, che spesso sconfina nella demenzialità. Spiazzante e geniale l’improbabile supereroe che combatte i morti viventi a suon di legnate, vestito da Megaloman ma con la voce di Alvin. Il più demenziale.

Reverendo” di Marzano Bros, 1994.
Un sacerdote vive spiacevoli avventure che lo costringono a fare i conti con criminali di varia natura, ma grazie alla sua arma segreta riuscirà sempre ad avere la meglio. Dietro la macchina da presa i fratelli Antonio e Giancarlo Marzano, autori molto prolifici e tutt’oggi attivi, si lasciano vagamente ispirare dallo spaghetti western italiano (più spaghetti che western) e non risparmiano i siparietti comici con  tanto di mazzate onomatopeiche alla Bud Spencer. Il più grottesco.

Macabre” di Maurizio Quarta, 1999. 
Un uomo ha un problema con la sua auto e bussa alla porta dell’unica casa che si trova nei paraggi. Entrato nell’abitazione si ritroverà di fronte ad uno spettacolo agghiacciante e sanguinoso. Grande appassionato e curatore di effettacci gore, Maurizio Quarta – noto anche per la sua collaborazione con Roger Fratter – mette in scena l’episodio più brutale ed esplicito ma anche il più professionale e convincente, sotto tutti gli aspetti. Il più splatter.

Bizzarro Italiano” è un prodotto genuino che non ha pretese artistiche “alte”; una chiara provocazione in un’epoca dominata dalla rete, che ha reso ogni prodotto cinematografico (ma anche musicale) troppo semplicemente accessibile, sminuendo il valore del supporto fisico e abolendo quel romantico gusto della ricerca che distingue il vero appassionato dal mero consumatore. Inutile analizzare i contenuti dal punto di vista tecnico: la qualità audio-video è naturalmente molto bassa ma non è questo ciò che conta. Ciò che conta è la passione viscerale per il cinema (horror in particolare) in anni nei quali le odierne tecnologie digitali erano ancora di là da venire e si lavorava d’ingegno, come nella bottega di un artigiano. Un’opera anacronistica e gioiosamente anarchica, che per essere apprezzata va inquadrata nella sua dimensione temporale, con un’indispensabile predisposizione all’aspetto puramente ludico della fruizione filmica. Ciò che traspare da questo progetto è un forte senso di nostalgia, un omaggio a quell’attitudine goliardica ma sincera, fatta di fatica, curiosità e integrità, caratteristiche oggi sempre più rare. In mezzo a questo mare di weird spicca anche qualche idea interessante, certo acerba e malamente messa in scena ma comunque degna di nota.
Il DVD si presenta in una veste grafica molto curata, con un libretto esplicativo e contenuti extra che includono le interviste ai registi e il divertentissimo trailer “Lady Trash” di Giovanni Polesello. Un plauso a tutti gli artisti che hanno preso parte a questa folle operazione di recupero  rendendoci partecipi dei loro deliri di gioventù. Un tuffo nel passato che senza dubbio delizierà gli estimatori della “vecchia scuola”. Una raccomandazione: astenersi intellettualoidi e persone sane di mente!