Sandra e Giulia sono due gemelle molto legate. Un giorno,
durante una gita in un bosco con i genitori, mentre le due sorelline giocano a
nascondino, s’imbattono in uno spietato serial killer chiamato “il chirurgo”.
Giulia ha la peggio e il suo corpo sembra essere sparito nel nulla. Quindici
anni dopo Sandra, divenuta una reporter, si reca nello stesso luogo dove è
avvenuta la mattanza, per documentare il backstage di un film a luci rosse. Ma
il “chirurgo” sembra essere tornato…
Recentemente edito in blu ray, “Bloodline”
è un progetto che ha visto la luce dopo svariati rimaneggiamenti dello script,
la cui versione principale era stata scritta, tra gli altri, da Antonio
Tentori, sceneggiatore di horror di culto come “Un Gatto nel Cervello” o
“Demonia” di Lucio Fulci. Il regista Edo Tagliavini, qui alle prese con il suo
primo lungometraggio, prende le redini a metà dell’opera, ed ha l’arduo compito
di adattare la sceneggiatura in modo da non sforare il basso budget a
disposizione. La pellicola si rivela essere una piacevole sorpresa, una macchia
bianca nell’oscuro e poco produttivo panorama horror underground nostrano degli
ultimi anni. Oltre ad avere una solida costruzione narrativa, “Bloodline” si
avvale di un cast
all’altezza e di una struttura tecnica nettamente superiore ad altre pellicole italiane dello stesso filone. Gli attori, tra cui anche Virgilio Olivieri, autore e produttore del film, danno prova di una prestazione piuttosto convincente, grazie anche ai dialoghi spesso ironici e alla buona caratterizzazione dei personaggi. Uno di questi è Klaus Kinki (ogni riferimento è puramente casuale?), l’esaltato produttore di film hard dall’aria ingiustificatamente intellettuale: una figura secondaria che però contribuisce a tenere viva la piacevole atmosfera “ludica” che si respira per quasi tutta la durata del film. E a proposito di film hard, è da citare anche la presenza di Francesco Malcom, celebre attore porno
dedicatosi già da tempo a diversi ruoli nell’ambito horror (“Morituris”, “Eaters”). Dal punto di vista tecnico, oltre alla regia dinamica e pulita, la pellicola gode di una fotografia più che discreta, che rende meno evidente quel fastidioso piglio televisivo che fa solitamente capolino nelle produzioni indipendenti italiane. Difficile catalogare “Bloodline” poiché nasce dalla fusione di generi diversi: zombi, fantasmi e serial killer, con tutti i clichès che ne derivano. Tra morti viventi e spiriti dal mood anni ‘80 c’è spazio anche per uno spietato assassino che estrae gli organi alle sue vittime mentre queste sono ancora vive, rifacendosi a stereotipi di più recente fattura. Ottimo il trucco e gli effetti speciali, affidati a Sergio Stivaletti, a fianco del quale spicca anche il nome di un altro grande maestro, Claudio Simonetti, per la realizzazione della colonna sonora. Un po’ troppo dilatati i frammenti spassosi, che abbassano la tensione e tolgono spazio all’exploitation, interamente concentrato nel finale. Considerate tutte le limitazioni del caso, l’opera si può comunque dire riuscita: il team italiano confeziona un prodotto convincente, divertente e orrorifico, non un capolavoro memorabile ma un degno contributo al cinema horror made in Italy.
all’altezza e di una struttura tecnica nettamente superiore ad altre pellicole italiane dello stesso filone. Gli attori, tra cui anche Virgilio Olivieri, autore e produttore del film, danno prova di una prestazione piuttosto convincente, grazie anche ai dialoghi spesso ironici e alla buona caratterizzazione dei personaggi. Uno di questi è Klaus Kinki (ogni riferimento è puramente casuale?), l’esaltato produttore di film hard dall’aria ingiustificatamente intellettuale: una figura secondaria che però contribuisce a tenere viva la piacevole atmosfera “ludica” che si respira per quasi tutta la durata del film. E a proposito di film hard, è da citare anche la presenza di Francesco Malcom, celebre attore porno
dedicatosi già da tempo a diversi ruoli nell’ambito horror (“Morituris”, “Eaters”). Dal punto di vista tecnico, oltre alla regia dinamica e pulita, la pellicola gode di una fotografia più che discreta, che rende meno evidente quel fastidioso piglio televisivo che fa solitamente capolino nelle produzioni indipendenti italiane. Difficile catalogare “Bloodline” poiché nasce dalla fusione di generi diversi: zombi, fantasmi e serial killer, con tutti i clichès che ne derivano. Tra morti viventi e spiriti dal mood anni ‘80 c’è spazio anche per uno spietato assassino che estrae gli organi alle sue vittime mentre queste sono ancora vive, rifacendosi a stereotipi di più recente fattura. Ottimo il trucco e gli effetti speciali, affidati a Sergio Stivaletti, a fianco del quale spicca anche il nome di un altro grande maestro, Claudio Simonetti, per la realizzazione della colonna sonora. Un po’ troppo dilatati i frammenti spassosi, che abbassano la tensione e tolgono spazio all’exploitation, interamente concentrato nel finale. Considerate tutte le limitazioni del caso, l’opera si può comunque dire riuscita: il team italiano confeziona un prodotto convincente, divertente e orrorifico, non un capolavoro memorabile ma un degno contributo al cinema horror made in Italy.