Tummler e Solomon sono due ragazzini disadattati che vivono
a Xenia, cittadina distrutta da un tornado che ha causato un elevato numero di
vittime, lasciando il paese in un forte stato di degrado e abbandono. I nostri
trascorrono le giornate ammazzando gatti
che rivendono poi ad un macellaio; usano i soldi per comprare la droga e pagare
una prostituta mentalmente ritardata. I due interagiscono con il resto della
comunità dando vita a situazioni grottesche e surreali.
“Gummo” rappresenta l’esordio
cinematografico del regista statunitense Harmony Korine, appena ventitreenne
all’epoca della realizzazione del film. La pellicola è interamente costruita
attraverso meccanismi che attingono a piene mani dal weird più puro e classico:
non esiste una vera e propria trama né tanto meno una costruzione narrativa, ma
solo una serie di siparietti che si alternano ciclicamente, in modo non
consequenziale e rigorosamente illogico. Ciò che ci viene mostrato sono le
vicissidudini di alcuni abitanti di Xenia, piccola città disagiata popolata
perlopiù da personaggi bizzarri e sociopatici che
sguazzano nella decadenza più
assoluta. In buona parte improvvisato, “Gummo” vede la partecipazione di molti
attori non professionisti, raccattati per strada: una scelta evidentemente dettata
dalle intenzioni del regista di realizzare una sorta di (finto) documentario, apportando
così quell’indispensabile tocco di realismo che rende l’opera ancora più
scioccante. Le lunghe e statiche inquadrature rafforzano l’idea di base, esasperando
volutamente le squallide scene di vita quotidiana vissute dai protagonisti, soffermandosi su dettagli apparentemente
insignificanti e non funzionali allo sviluppo della “trama” ma molto evocativi. La pesantezza formale, che prevede la messa
in scena di tutta una serie di
situazioni frammentarie e spesso lasciate al caso, fornisce in realtà un cinico e puntuale ritratto della tragica
e volgare condizione sociale in cui versano i personaggi. Questi ultimi,
avvolti da una realtà totalmente distorta e lontani da ogni forma di civiltà, sono
in balìa dei più bassi istinti primordiali, dove l’amoralità e l’assenza di
valori umani la fanno da padroni. La crudezza e la brutalità visiva, di
concerto con il violento impatto psicologico, disorientano e confondono lo spettatore, il quale, ad un certo punto, spinto
da un’inevitabile brama voyeuristica, rinuncerà al tentativo di comprendere ciò
che sta succedendo, e si farà passivamente risucchiare nel vortice di follia e
stranezza. L'approccio migliore è proprio quello di farsi trasportare dalle
immagini e dalle emozioni, senza voler a tutti i costi cercare nei simbolismi
che si susseguono una spiegazione che semplicemente non esiste. Tutta questa
carne al fuoco nonché la ripetitività circolare e quasi ipnotica dei meccanismi
espressivi, sempre molto dilatati, nel momento in cui viene superata l’iniziale
sensazione di stupore e sorpresa, rischiano di tradire la volontà del regista,
intaccando proprio l’aspetto realistico del film che, a lungo andare, si
affievolisce aprendo la strada ad una velata noia: una pecca tutto sommato
accettabile che non inficia il risultato finale. L’atmosfera alienante e
trasandata è ottimamente supportata da una colonna sonora che pesca nella scena
metal estrema: da Burzum ai Brighter Death Now agli Elecrtic Hellfire Club ecc.
Tra le varie tracce spiccano anche “Like a Prayer” di Madonna e “Crying” di Roy
Orbison, che incorniciano due sequenze assolutamente geniali ed
indimenticabili. “Gummo” è un viaggio allucinante negli eccessi, un trionfo di
nonsense, lerciume e dramma; una feroce e
quasi tangibile manifestazione del nichilismo più becero e abietto imposto
dallo spirito di sopravvivenza e rassegnazione insito nella natura umana.
Un’esperienza immaginifica forte, spiazzante e disturbante che prescinde da
ogni sentimento di compassione ed empatia.
Impossibile rimanere indifferenti difronte ad un’opera del genere,
certamente di difficile assimilazione ma capace di imprimersi nella mente e nel
cuore come poche altre. Assolutamente sconsigliata la visione ai più
tradizionalisti e non avvezzi al genere in su questione.
Pubblicato su HorrorMovie
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