Ted Bundy è un brillante giovane laureato in psicologia e impegnato nello studio della legge. Già segnato da un'infanzia difficile subisce un ulteriore shock quando Stephanie, il suo primo amore, lo lascia accusandolo di non essere un vero uomo. Comincia così il suo cammino verso una vita da spietato serial killer, rapisce ed uccide brutalmente un numero indefinito di donne fino a quando viene arrestato. Dopo essere fuggito dal carcere e aver rimandato la sua condanna a morte per ben due volte, difendendosi da solo, viene finalmente giustiziato sulla sedia elettrica.
La vera storia di uno dei serial killer più feroci d'America degli anni '70 ha ispirato diverse pellicole tra cui “Bundy-A Legacy of Evil” conosciuto anche con il titolo “Bundy – An American Icon”. L'opera in questione si propone di ripercorrere la vita dell'omicida, dall'infanzia fino al tragico epilogo che lo vide condannato a morte. Sebbene il minutaggio del film sia piuttosto corposo, il regista M.Feifer, mette in piedi una storia piuttosto frammentaria, tralasciando importanti accadimenti che, oltre a rendere la pellicola più veritiera, avrebbero facilitato la comprensione della trama.
Viene ad esempio omessa la scoperta di Bundy della sua vera madre, spacciatasi sempre come sorella maggiore, episodio che certo gli causò gravi turbamenti e influì nella sua spietata condotta degli anni a venire. Oltre a sorvolare sui legami che Ted aveva con diverse donne (ad un certo punto si sposò ma di questo non viene fatto cenno), tutta la parte delle indagini, con annesse testimonianze da parte di vittime sopravvissute alle aggressioni, viene completamente bypassata fornendo un quadro oltre che poco compatto, per nulla realistico. L'impegno di Ted in politica e il suo lavoro come volontario presso il centro telefonico della Seattle Crisis Cyrcus, un'associazione no profit che assisteva le vittime di violenza e le persone in difficoltà, assumono un ruolo marginale. Quest'ultima attività gli permise di entrare a contatto con diverse figure femminili che giocarono un importante ruolo nella sua vita; tale evento non viene assolutamente preso in considerazione. L'interpretazione di Corin Nemec nei panni del protagonista non è eccelsa: la somiglianza fisica non basta per impersonificare un personaggio così controverso e caratterizzato. La
follia di Ted, infatti, difficilmente riesce ad emergere, e gli omicidi appaiono piuttosto sciatti e poco disturbanti. Nella realtà, il serial killer, aggrediva giovani donne in maniera estremamente cruenta, picchiandole, violentandole e infliggendo loro torture disumane; di tutto questo, nel film, non v'è traccia. Viene invece mostrata una serie di delitti, scevra di particolari, in un'atmosfera anonima che non riesce ad inquietare minimamente lo spettarore. I 110 minuti del film sono inoltre colmi di inutili lungaggini che appesantiscono una pellicola già inficiata da una sceneggiatura traballante e una regia poco accurata. Un'opera che lascia molto a desiderare, poco fedele ai fatti realmente accaduti e confezionata in modo discutibile.
Viene ad esempio omessa la scoperta di Bundy della sua vera madre, spacciatasi sempre come sorella maggiore, episodio che certo gli causò gravi turbamenti e influì nella sua spietata condotta degli anni a venire. Oltre a sorvolare sui legami che Ted aveva con diverse donne (ad un certo punto si sposò ma di questo non viene fatto cenno), tutta la parte delle indagini, con annesse testimonianze da parte di vittime sopravvissute alle aggressioni, viene completamente bypassata fornendo un quadro oltre che poco compatto, per nulla realistico. L'impegno di Ted in politica e il suo lavoro come volontario presso il centro telefonico della Seattle Crisis Cyrcus, un'associazione no profit che assisteva le vittime di violenza e le persone in difficoltà, assumono un ruolo marginale. Quest'ultima attività gli permise di entrare a contatto con diverse figure femminili che giocarono un importante ruolo nella sua vita; tale evento non viene assolutamente preso in considerazione. L'interpretazione di Corin Nemec nei panni del protagonista non è eccelsa: la somiglianza fisica non basta per impersonificare un personaggio così controverso e caratterizzato. La
follia di Ted, infatti, difficilmente riesce ad emergere, e gli omicidi appaiono piuttosto sciatti e poco disturbanti. Nella realtà, il serial killer, aggrediva giovani donne in maniera estremamente cruenta, picchiandole, violentandole e infliggendo loro torture disumane; di tutto questo, nel film, non v'è traccia. Viene invece mostrata una serie di delitti, scevra di particolari, in un'atmosfera anonima che non riesce ad inquietare minimamente lo spettarore. I 110 minuti del film sono inoltre colmi di inutili lungaggini che appesantiscono una pellicola già inficiata da una sceneggiatura traballante e una regia poco accurata. Un'opera che lascia molto a desiderare, poco fedele ai fatti realmente accaduti e confezionata in modo discutibile.
Pubblicata su HorrorMovie