Primo cortometraggio del regista spagnolo, noto agli estimatori dell'horror underground per la sua “Trilogia della Morte”, un'opera eccelsa che racchiude, oltre a “The Awekening”, le due pellicole culto “Aftermath” (1994) e “Genesis” (1998). I tre film sono accomunati dal tema della morte che Cerdà affronta in modo differente passando brillantemente dallo shocking movie al dramma romantico ma fornendo sempre interessanti spunti di riflessione. Questo short movie, della durata di appena 8 minuti, ci introduce in qualche modo ai lavori maggiori del regista, mostrandoci l'orientamento e le potenzialità di quest'ultimo. Interamente girato in bianco e nero, il film è privo di dialoghi ma gode di una suggestiva colonna sonora costruita su un tappeto rumoristico che sfocia nell'ambient minimale.
La musica gioca quindi un ruolo fondamentale e si sposa perfettamente con gli inspiegabili fatti che avvengono nell'aula. Cosa c'è dopo la morte? Cerdà affronta il mistero che da sempre accompagna l'uomo, mettendo in scena i possibili step che precedono e seguono il tragico evento. Ispirandosi alle numerose testimoniaze di soggetti che affermano di aver vissuto un'esperienza di pre-morte, il regista sfrutta una situazione spesso ad essa collegata, ovvero il viaggio astrale, alla fine del quale il protagonista prenderà coscienza della sua nuova condizione ed abbandonerà per sempre il
suo corpo. Il ragazzo, disorientato e sconvolto, esplora una nuova dimensione dove il tempo si è fermato: inquietanti le sequenze dei compagni immobili, l'orologio con le lancette bloccate, le porte chiuse. Il personaggio del professore è tra l'altro interpretato dallo stesso Cerdà, all'epoca giovanissimo. Acerbo e girato con pochi mezzi, “The Awakening” si apprezza per l'intensità e l'originalità del soggetto; l'esiguo minutaggio non lascia spazio alle spiegazioni né ad un'evoluzione completa della trama ma getta ombre e dubbi su un tema tanto affascinante quanto misterioso. Una piccola perla tutta da gustare, preludio innocuo di due opere molto più estreme e disturbanti. Se siete interessati alla “Trilogia della Morte” vi consiglio di visionare i film in ordine cronologico, per una migliore comprensione della metafora concettuale del regista.
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